La parrocchia di Nonantola è una delle “associazioni” che sta partecipando attivamente al percorso del comitato “Anni in fuga”. In questa lettera, rivolta dal consiglio pastorale ai parrocchiani, si spiegano le ragioni di tale partecipazione.
Quando in questi mesi incontriamo gruppi o persone per spiegare il senso del comitato, diciamo che per partecipare attivamente ai percorsi di accoglienza degli stranieri mandati a Nonantola dalla prefettura non è necessario aderire al comitato: lo si può fare come comuni cittadini o come membri di qualche gruppo e associazione già esistente. Il comitato “Anni in fuga”, oltre al “cuore” è nato per poterci mettere anche “la testa”, come spiega bene la lettera del consiglio pastorale dello scorso 14 maggio. Per osservare da vicino anche i processi decisionali che riguardano queste persone, per dire (e quando possibile, “fare”) la propria, per rompere la categorie e la separazione netta con cui normalmente si interviene sulle fragilità sociali (minori, disabili, stranieri, famiglie multi-problematiche ecc.), per mostrare che i problemi di integrazione dei profughi (casa, lavoro, spostamenti, ecc.) sono i problemi di tutti, per arginare i processi di istituzionalizzazione e burocratizzazione che vediamo colonizzare ogni ambito del vivere civile.
Nonantola, 14 maggio 2017
Cari amiche e amici parrocchiani,
vi scriviamo per informarvi che il Consiglio Parrocchiale Pastorale è fortemente interessato e orientato ad aderire al comitato “Anni in fuga” e alle iniziative che porterà avanti, compresa la firma di un protocollo di intesa con il Comune, la Caritas diocesana, il Ceis e altre associazioni del territorio per una gestione ragionevole e partecipata al percorso di accoglienza rivolta ad un gruppo di giovani richiedenti asilo.
Il comitato “Anni in fuga” è nato circa un anno fa e da allora si è interessato al tema dei migranti, dei profughi e della loro accoglienza, organizzando tre incontri con esperti sul tema e un ciclo di film sull’argomento. Più recentemente un gruppo più ristretto di persone, comprendente alcuni membri del Consiglio Pastorale, si è interrogato su come organizzare una dignitosa accoglienza a Nonantola, dato l’arrivo imminente di alcuni profughi. Attualmente, infatti, circa 28 ragazzi che hanno fatto domanda di protezione allo Stato italiano, vivono sul nostro territorio.
Il protocollo d’intesa nasce dall’idea di poter mettere per iscritto insieme all’amministrazione comunale, alla Caritas diocesana e al Ceis, che si occupano dei profughi, i criteri e le condizioni per attuare una buona accoglienza. In particolar modo il comitato “Anni in fuga” inizierà occupandosi di 10 profughi che in questo momento sono ospitati presso la canonica di Redù.
Le motivazioni che hanno spinto il Consiglio Pastorale a prendere in seria considerazione l’invito rivolto dal comitato sono state molteplici. Innanzitutto ci siamo sentiti spinti e incoraggiati dal messaggio di Papa Francesco a garantire ai migranti protezione, integrazione, difesa e soluzioni durature. Poi ci interessava poter prendere parte alle decisioni per appoggiare e sostenere quelle che riteniamo più rispondenti ai valori cristiani e nello stesso tempo poter esprimere il nostro parere riguardo quelle che non condividiamo. Infine ci sembrava doveroso continuare il percorso intrapreso fino a questo momento con il comitato per sperimentare un percorso partecipato di accoglienza.
Alcune azioni concrete che vi invitiamo a prendere in considerazione sono:
- Un incontro formativo con il comitato “Anni in Fuga” e alcuni membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale per approfondire meglio la questione e conoscere la situazione dei profughi a Nonantola;
- Iniziare a spargere la voce e cercare alcuni appartamenti a prezzo di mercato o calmierato, eventualmente da affittare a questi ragazzi, in modo da garantire loro un alloggio più vivibile. Naturalmente tali appartamenti saranno coperti da regolare contratto d’affitto stipulato con il Ceis, con il pagamento del dovuto canone.
- Interessarsi alla situazione, cercare ulteriori informazioni, sensibilizzare altre persone o associazioni. Chi è interessato in questo senso, può mettersi in contatto con don Alberto e don Paolo o con noi membri del Consiglio
Grazie per l’attenzione e buona domenica,
il Consiglio Pastorale Parrocchiale
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