Iniziative culturali

Una delle prime cose che abbiamo fatto, prima ancora che l’ultimo gruppo di richiedenti asilo iniziasse ad arrivare a Nonantola, è stato organizzare incontri pubblici che consentissero a noi e ai nonantolani interessati di acquisire informazioni, analisi, conoscenze che preparassero il terreno all’incontro con chi stava per arrivare dai quattro angoli della terra.

E questo ci sforziamo di continuare a fare nella convinzione che in ogni percorso di accoglienza oltre al cuore debba essere messa in campo anche la testa: raccogliere e divulgare informazioni e conoscenze intorno al sommovimento che in questi anni interessa aree sempre più vaste del mondo, alle condizioni dei viaggi e dei paesi da cui le persone scappano, alle norme che regolano l’arrivo e la loro permanenza in Italia, alle dinamiche e ai conflitti che si generano nell’incontro tra chi scappa e chi accoglie. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare intellettuali e analisti come Francesco Ciafaloni, Alessandro Leogrande, Bruno Segre. [LINK]. Ma anche di riflettere sui fenomeni migratori attraverso la lente del cinema ridendo e commuovendoci davanti a film come Pane e cioccolato o Bashu, il piccolo straniero.

Per molti di noi, l’ultimo incontro fisico, appena prima che la pandemia stravolgesse le nostre abitudini, il 22 febbraio 2020, è stato con don Erio Castellucci, Gianfranco Schiavone e Chiara Marchetti per inquadrare l’accoglienza nonantolana nel più generale contesto delle migrazioni forzate che avvengono in Italia e in Europa.

Tenere traccia delle persone che passano da Nonantola, della loro storia, dei pezzi di mondo che hanno alle spalle, riflettere sulle dinamiche che si creano tra chi arriva e chi è già qui, trasformare in “questioni culturali” alcuni dei bisogni e

delle richieste espressi dalle persone che incontriamo è importante tanto quando l’incontro stesso.