A parte il titolo – la questione non si pone in termini di vittime, carnefici o salvatori, ma di semplice buon senso – l’articolo uscito oggi sulla Gazzetta rende bene gli intenti dell’incontro cittadino di sabato 22 febbraio: informare sulla situazione dei 65 richiedenti asilo presenti sul territorio (inquadrandola nel panorama nazionale) e mettere a fuoco una proposta ragionevole da sottoporre al Ministero degli Interni per uscire dal guado in cui alcuni cittadini, nonantolani e non, rischiano di finire.
Non si tratta di salvare nessuno, ma di evitare che i progetti di vita dei richiedenti asilo presenti a Nonantola – molti dei quali lavorano, hanno costruito relazioni importanti, partecipano attivamente alla vita della città, in alcuni casi hanno affittato casa, preso la patente, ecc. – si interrompano in ragione di una burocrazia stolida e di ordinamenti irrazionali. Sfidiamo chiunque a dimostrarci chi ci guadagnerebbe. Si tradurrebbe solo in un enorme spreco di risorse, tempo e spinte vitali e nel rischio concreto di trasformare ventenni pieni di vita e di voglia di fare in manodopera da sfruttare o da destinare alla marginalità e alla devianza. Una follia.
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