La rivista più bella e libera di questi anni ha deciso di chiudere.
“Lo straniero”, 20 anni e 200 numeri, ha fatto quello che si proponeva di fare: descrivere il presente desiderando di cambiarlo; segnalare il meglio delle iniziative sociali e culturali e collegarle tra loro; raccontare pezzi di Italia o pezzi del nostro passato meno conosciuti ma capaci di mostrare cosa avremmo potuto essere, come potremmo ancora essere; scoprire, studiare e proporre opere e autori realmente necessari; connettere la ricerca del bello a quella del bene.
Ai suoi lettori la rivista ha chiesto di intervenire non principalmente polemizzando, denunciando, scrivendo o partecipando a un dibattito pubblico che negli anni di pubblicazione si faceva via via più mortifero e inutile, ma cercando di mettere alla prova dei fatti le idee di cui si discuteva sulla rivista.
Molte delle cose più appassionanti che mi è capitato di fare, delle persone più libere che ho incontrato, dei libri e dei film più belli che ho letto e visto li devo direttamente o indirettamente a “Lo straniero” e al suo direttore Goffredo Fofi.
Quando “Lo straniero” non ci sarà più, si tratterà di trovare altri modi di dare seguito al suo “programma”. Per quanto mi riguarda, spero di riuscire a fare la mia parte.
Luigi Monti