“Anni in fuga” si sforza di ritagliare uno spazio e un tempo da dedicare all’ascolto dei bisogni e delle necessità del territorio, a partire da quelli dei nuovi cittadini. Guardare ai problemi della comunità attraverso la prospettiva di migranti, richiedenti asilo e rifugiati consente di vedere in maniera più ravvicinata e chiara problemi che in realtà riguardano tutti, a partire da quelli del lavoro, della casa e del bisogno di radicamento.
Un pomeriggio alla settimana, su appuntamento, in una sorta di segretariato sociale, incontriamo le persone sulla base del bisogno, del piacere, del mutuo aiuto e della necessità di lasciar traccia.
Bisogno – Lo spazio di incontro nasce per tentare di dare una risposta a una parte delle richieste dei migranti che vivono a Nonantola: scrittura e aggiornamento dei curricola; informazioni e avvio delle pratiche per la richiesta di contributi legate all’emergenza sanitaria; apertura di posizioni Spid; misure di sostegno al reddito; rinnovo dei permessi e iter della richiesta silo, ecc.
Ovviamente non siamo in grado di dare una risposta a tutti i problemi delle persone che si affacciano ad “Anni in fuga”. Obiettivo principale rimane piuttosto trasformare un bisogno individuale in un problema di tutta la comunità. Ovvero tradurre, descrivere, raccontare una richiesta di aiuto, piccola o grande che sia, in una forma che sia comprensibile e connessa alle altre problematicità, ma anche alle risorse del territorio.
Piacere – lo spazio di incontro, pur dando una centralità alle situazioni di povertà, disagio ed esclusione sociale, è un luogo dove incontrarsi anche sulla base di interessi e potenzialità, sia dei singoli che del territorio, sia di chi aiuta che di chi è aiutato.
Mutuo aiuto – Secondo la tradizione mutualistica, cerchiamo di fare in modo che la relazione tra “chi aiuta e chi è aiutato” si inverta il più spesso possibile: aiutare le persone, straniere o italiane che siano, a “fare da sé”, a “rilevarsi da sé medesime”, come si diceva un tempo.
Un’altra caratteristica del mutualismo che facciamo nostra è la contemporaneità della rivendicazione verso l’alto e della solidarietà verso il basso. Laddove è necessario, cerchiamo di trasformare i bisogni raccolti in richieste e istanze da rivolgere alla politica, alle istituzioni e alle amministrazioni, locali e non. Al tempo stesso non aspettiamo solo una soluzione dall’alto, ma, laddove le forze, le competenze e le energie ce lo consentono, sperimentiamo su piccola scala le risposte che noi stessi siamo in grado di mettere in campo.